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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, II, 28
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originale
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[28] Itaque vexatis ac perditis exteris nationibus ad exemplum amissi imperii portari in triumpho Massiliam vidimus et ex ea urbe triumphari, sine qua numquam nostri imperatores ex transalpinis bellis triumpharunt. Multa praeterea commemorarem nefaria in socios, si hoc uno quicquam sol vidisset indignius. Iure igitur plectimur. Nisi enim multorum impunita scelera tulissemus, numquam ad unum tanta pervenisset licentia, a quo quidem rei familiaris ad paucos, cupiditatum ad multos improbos venit hereditas.
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traduzione
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28. Perci?, tormentate e devastate le nazioni straniere, abbiamo visto come esempio del perduto impero, portare nel trionfo l'effigie di Marsiglia e trionfare su quella citt?, senza la quale i nostri generali non avrebbero mai potuto riportare il trionfo delle guerre transalpine. Potrei ricordare, inoltre, molte scelleratezze commesse contro gli alleati, se il sole ne avesse visto qualcuna pi? indegna di questa sola. A ragione, dunque, siamo colpiti. Se non avessimo lasciate impunite le disoneste azioni di molti, non sarebbe mai toccata ad uno solo una cos? grande sfrenatezza; ma da costui l'eredit? del patrimonio giunse a pochi, della cupidigia a molti disonesti.
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